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Germania, un asilo ha vietato i costumi da indiano a Carnevale

La scuola vuole diseducare alla tipizzazione

Un asilo di Amburgo ha chiesto alle famiglie di non travestire i bambini da Indiano o Sceicco per Carnevale. L’intento delle insegnanti della scuola era di far crescere le nuove generazioni senza pregiudizi. Questo tentativo di sensibilizzazione culturale ha suscitato reazioni contrastanti nell’opinione pubblica, attirando anche l’attenzione di alcuni politici. Il fatto è avvenuto lo scorso Carnevale ed è stato riportato dal Berliner Morgenpost.

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I bambini possono ancora godersi l’infanzia?

Prima della festa di Carnevale, l’amministrazione dell’asilo di Amburgo aveva consigliato ai genitori di scegliere travestimenti che fossero politicamente corretti. Indossare abiti che promuovono la tipizzazione, anche se carnevaleschi, va contro il lavoro della struttura, che giornalmente favorisce un’educazione a favore dell’inclusione. La parlamentare Sylvia Pantel (CDU) è rimasta negativamente colpita dall’iniziativa, dichiarando che «chi emette certi regolamenti non comprende il significato del Carnevale». Il politico Markus Söder (CSU) è della stessa idea e, durante una presentazione pubblica, si è espresso duramente sull’argomento: «Se il mondo sapesse delle sciocchezze su cui discutiamo non avrebbe più paura o rispetto di noi». Non è la prima volta che in Germania questa problematica viene trattata, anzi, è da diversi anni che questo argomento è fonte di disaccordi. Il dibattito nasce dal fatto che simboli importanti per le popolazioni indigene, come il tipico copricapo, vengano utilizzati come semplici accessori, ignorando il significato che questi hanno nella loro cultura.

Fare parte di un paese multietnico

Nonostante le controversie, l’idea è stata accettata dai genitori, che hanno accolto il suggerimento in modo positivo. La società tedesca è da anni riconosciuta come un ambiente multiculturale e travestirsi facendo riferimento a una minoranza precisa, presentandola – pur involontariamente – sotto un’ottica negativa, potrebbe offendere alcune delle famiglie. «Non vogliamo brandire la spada della morale, ma promuovere l’inclusività e non ferire nessuno con gli stereotipi», queste le parole di Franziska Larrà, pedagogista dell’asilo, che ha così concluso l’incontro con la stampa.

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immagine di copertina: © yohoprashant, CC0