Depressione e suicidi alla Berlinale

Ambientato tra Austria e Germania, il film di Marie Kreutzer affronta il tema delle malattie mentali

Durante la terza giornata della Berlinale è stato presentato il film Der Boden unter den Füßen (in italiano “Il terreno sotto ai miei piedi”) della regista austriaca Marie Kreutzer.  La pellicola è in concorso nella sezione “competizione internazionale” e vede nel suo cast Valerie Pachner (Lola), Pia Hierzegger (Conny), Mavie Hörbiger (Elise) e Marc Benjamin (Sebastian).

Der Boden unter den Füßen: la trama

Lola ha circa trent’anni, vive a Vienna e lavora per una società di consulenza manageriale. Spesso è in viaggio verso Rockstock dove, insieme al suo team e alla sua boss (e amante) Elise, cerca di rimettere in piedi un’azienda. La quotidianità della donna è composta da cose ben precise: esercitarsi ogni mattina con dello sport,  vestirsi rigorosamente con tacchi e tailleur e uscire a cena con i clienti, possibilmente in ristoranti facoltosi. La stabilità della donna viene però minata quando la sorellastra Conny tenta il suicidio e, in quanto tutore legale, è “costretta” a prendersene cura più di quanto vorrebbe.

Cosa non ha funzionato nel film di Marie Kreutzer

Fin dal primo frame la regista ci da un’idea della personalità di Lola: quella di una donna compulsiva. Totalmente concentrata su se stessa e al suo lavoro la donna pecca di empatia spesso e volentieri. Il perché è semplice: è una donna che ha sofferto e ciò l’ha messa nella condizione di erigere un muro verso i bisogni altrui. Né la problematica sorella quarantenne, né la donna che ama riusciranno a far breccia nel muro emotivo di Lola, anzi. Questa viene accusata spesso di essere “un’egoista” e a darne conferma è soprattutto la scena di quando Conny, chiaramente in cerca d’aiuto, le chiede di andare a vivere con lei nel suo appartamento: “Quando ero in manicomio avevo paura degli altri, con te non succede invece, per questo preferisco rimanere qui”, neanche di fronte a queste parole Lola cede, anzi, ritiene che ciò non sia necessario e che invece dovrebbe comprare una nuova casa e trasferircisi insieme al suo gatto. Nel complesso il film possiede delle buone premesse, ma il tutto crolla sulla sceneggiatura rendendolo inconcludente. Il tema della malattia mentale viene accennato ma mai approfondito. Creando un vuoto che poteva essere riempito da un’analisi psicologica più accurata sui personaggi.

 

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